Amministratori vittime del Superbonus
Prima o poi, qualcuno si deciderà a scrivere la vera storia del Superbonus 110%, raccontando come sono andate davvero le cose. Nel frattempo, l’ANAMMI, che conta su oltre 13mila amministratori di condominio associati, vuole fare chiarezza, una volta per tutte, sul ruolo dei professionisti in questa vicenda.
Perché molto si è detto di questa norma ma c’è un dato che sfugge anche ai più acuti osservatori del settore: a trovarsi letteralmente nell’occhio del ciclone, stretti tra le banche, le imprese edili (prime vittime di questa situazione), e i condòmini, ci sono proprio gli amministratori, chiamati a gestire una giostra totalmente fuori controllo e con le armi spuntate.
L’amministratore, è bene ricordarlo, non è il “capo” del condominio ma, come spiega lo stesso Codice Civile, il rappresentante legale dei condòmini, ovvero il loro portavoce. Non può imporre la sua volontà e non può sostituirsi all’assemblea condominiale, sovrana sempre e comunque.
Certamente deve informare correttamente i suoi amministrati su benefici e svantaggi di ogni singola decisione, spiegando nel dettaglio il dettato legislativo.
Questo però non gli dà diritto di veto sulle delibere. Al massimo, può orientare i condòmini ricordando cosa stabilisce la legge, in modo da evitare violazioni. Una volta che i suoi amministrati hanno deliberato, l’amministratore diventa, in tutto e per tutto, il loro fedele esecutore.
Quanto detto vale anche per il Superbonus o, meglio, per le determinazioni prese in assemblea su lavori che ne implicavano l’utilizzo. Per tutti gli amministratori ANAMMI, la rincorsa alla maxi-detrazione ha comportato decine e decine di riunioni informali con tecnici e condòmini, parecchie assemblee, confronto spasmodico di preventivi e progetti, anche soltanto per capire se l’operazione 110% era davvero fattibile. Spesso senza successo: troppa burocrazia, costi insostenibili, tempi prolungati.
Ma soprattutto le norme sono cambiate 13 volte dal Decreto Rilancio che ha istituito il Superbonus e che, tra l’altro, è datato 13 maggio 2020, ovvero in piena era Covid. Non a caso, l’ANAMMI si è vista costretta ad affiancare i soci con numerosi webinar, con l’obiettivo di sostenerli in questa fase delicata.
Ma come muoversi se quello che hai spiegato in un’assemblea viene smentito poco dopo da una correzione legislativa? Ed è esattamente quello che successo, a causa delle continue “mutazioni” del testo. Per non parlare dell’effetto annuncio provocato dalle notizie di stampa.
Insomma, il 110% è apparso da subito un percorso ad ostacoli. Inutile dire che la pandemia ha soltanto aggravato un quadro già complesso.
Negli ultimi dodici mesi, però, le cose sono peggiorate: il blocco della cessione dei crediti ha definitivamente compromesso la gestione del Superbonus.
I rincari delle materie prime hanno reso inattuali i preventivi preparati anche soltanto sei mesi fa, mentre inflazione e caro-materiali hanno eroso i guadagni del settore edilizio.
Non si salvano nemmeno i professionisti coinvolti nei lavori agevolati, che devono scontare le parcelle presso gli istituti di credito: è chiusura totale anche per loro, che tentano di rifarsi intentando causa ai condòmini.
In questa tempesta, gli amministratori hanno cercato di trovare soluzioni di compromesso che, in mancanza delle risorse bloccate dalle banche, è difficilissimo attuare. Ecco perché riteniamo che gli amministratori siano tra le “vittime” di questo gioco al massacro.
Anzi, il lavoro della nostra Associazione e le tante richieste di aiuto dei nostri associati in questi tre anni, dimostrano che i professionisti del condominio hanno molta più coscienza di certi loro detrattori.
Nonostante tutto, l’ANAMMI è ancora ottimista. Abbiamo notato con soddisfazione il lavoro che il Governo, e in particolare il viceministro dell’economia Maurizio Leo, stanno portando avanti in queste ultime settimane, nel tentativo di sbloccare la cessione dei crediti e rilanciare le ristrutturazioni rimaste in sospeso.
Confidiamo che questo sforzo vada a buon fine e, se occorre, siamo disposizione per dare il nostro contributo, a sostegno di tutta la categoria.
Giuseppe Bica
Presidente dell’ANAMMI