La detrazione per ristrutturazioni edilizie nel caso di successione si trasferisce agli eredi solo a determinate condizioni
Con riferimento agli interventi di recupero del patrimonio edilizio merita di essere sottolineato che, in caso di acquisizione dell’immobile per successione, le quote residue di detrazione si trasferiscono per intero esclusivamente all’erede o agli eredi che conservano la detenzione materiale e diretta dell’immobile.
In sostanza, la detrazione compete a chi ha la detenzione materiale e diretta dell’immobile oggetto degli interventi.
Tale detenzione deve sussistere ”per l’intera durata del periodo d’imposta di riferimento”.
Alla luce di quanto sopra si ritiene che la condizione della “detenzione materiale e diretta del bene” debba essere sussistere non solo per l’anno dell’accettazione dell’eredità, ma anche per ciascun anno per il quale il contribuente intenda fruire delle residue rate di detrazione.
Per determinare chi possa fruire della quota di detrazione relativa ad un anno, occorre individuare il soggetto che possedeva l’immobile al 31 dicembre di quell’anno
Nel caso in cui l’erede, che deteneva direttamente l’immobile, abbia successivamente concesso in comodato o in locazione l’immobile stesso, non potrà fruire delle rate di detrazione di competenza degli anni in cui l’immobile non è detenuto direttamente.
Come ha precisato la risposta n. 594 di oggi dell’Agenzia delle Entrate tale ragionamento vale:
- in tutti i casi in cui l’immobile pervenuto in eredità sia locato anche solo per una parte dell’anno (l’erede non potrà fruire della quota di detrazione riferita a tale annualità)
- nell’ipotesi in cui oggetto di locazione sia solo una parte dell’immobile.
Tuttavia, il contribuente potrà beneficiare delle eventuali rate residue di competenza degli anni successivi al termine del contratto di locazione o di comodato, riprendendo la detenzione materiale e diretta del bene.
Scarica Risposta Agenzia Entrate 22 dicembre 2022 n. 594