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Pubblicato l’indice Istat di aprile 2021

A cura della Redazione.

L’indice Istat dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI) del mese di aprile 2021, utilizzato per le rivalutazioni monetarie di legge, come ad esempio l’adeguamento del canone di locazione, la rivalutazione dell’assegno per il coniuge nelle separazioni, delle pensioni ecc., aumenta di quasi mezzo punto rispetto al mese precedente e raggiunge il nuovo massimo a quota 103,7.

Per effetto di questo ulteriore rialzo, la variazione congiunturale rispetto allo scorso anno risulta pari a +1,2%, percentuale questa che va utilizzata come riferimento per tutte le rivalutazioni su base annua.

In particolare, per la rivalutazione del canone di locazione avremo: +1,2% per le rivalutazioni al 100% e +0,9% per le rivalutazioni al 75%.

Anche per il mese di aprile l’accelerazione tendenziale dell’inflazione è dovuta essenzialmente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +0,4% di marzo a +9,8% con aumenti sia nella componente regolamentata (che invertono la tendenza da -2,2% a +16,8%) che in quella non regolamentata (da +1,7% a +6,6%);

Continua il calo dei prezzi dei beni alimentari  non lavorati (-0,3%) che però non riesce a compensare il brusco rialzo nel settore energetico.

L’inflazione acquisita per il 2021 sale ancora, portandosi a 1,2% contro lo 0,9% del mese scorso.

Tabella riepilogativa (*):

Indice generale FOI 103,7
Variazione percentuale rispetto al mese precedente +0,4
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente +1,2
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti
+1,1

(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.

La prossima pubblicazione dell’indice Istat è prevista per il:

15 giugno 2021

Applicazioni di Calcolo

Come di consueto, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che utilizzano l’indice Istat FOI ed i principali indici di riferimento relativi ai titoli di stato per il calcolo del maggior danno che mensilmente sono pubblicati dalla Banca d’Italia:

Titoli di Stato

Sempre negativi rendimenti dei BOT che non registrano variazioni significative (-0,45%) e si accentua il divario con l’inflazione, divario che ormai si avvicina ai due punti percentuali (v. grafico). 

Questa particolare situazione (inflazione in crescita e rendimenti dei titoli “negativi”), che si protrae ormai da diverso tempo, sancisce definitivamente l’uscita dei BOT dal panorama dei prodotti finanziari che in passato erano utilizzati, soprattutto dai “piccoli risparmiatori“, per arginare la perdita di potere d’acquisto dei salari.

In leggera controtendenza il rendistato che passa da +0,35% a + 0,44%, ma che, nonostante il punto percentuale di differenza rispetto al rendimento dei BOT, non riesce in questo periodo a “coprire” l’inflazione.

Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con durata residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana ed è utilizzato come indicatore principale per il calcolo del maggior danno nelle obbligazioni pecuniarie.

Nota sull’aggiornamento dell’Indice FOI

L’aggiornamento delle nostre applicazioni avviene sempre nello stesso giorno in cui l’Istat pubblica il valore dell’indice FOI sul proprio sito (il comunicato stampa avviene di solito in mattinata).

Per comodità di consultazione pubblichiamo in questa pagina e nelle nostre applicazioni la data di aggiornamento del prossimo indice Istat, in modo che possiate prendere nota del giorno relativo alla prossima diffusione.

Comunicato ISTAT

Nel mese di aprile, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +0,8% di marzo), confermando la stima preliminare.

L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve essenzialmente ai prezzi dei Beni energetici, la cui crescita passa da +0,4% di marzo a +9,8% a causa sia dei prezzi della componente regolamentata (che invertono la tendenza da -2,2% a +16,8%) sia di quelli della componente non regolamentata (che accelerano da +1,7% a +6,6%); tale dinamica è solo in parte compensata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +1,0% a -0,3%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a -0,7%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano e si portano entrambe a +0,3% (da +0,8% di marzo).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+3,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4%), degli Energetici non regolamentati e degli Alimentari non lavorati (+1,0% per entrambi), solo in parte compensata dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,2%).

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,2% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona amplificano la loro flessione (da -0,1% a -0,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +0,7% a +1,0%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento su base mensile dello 0,9% e dell’1,0% su base annua (da +0,6% di marzo), confermando la stima preliminare. L’aumento congiunturale dell’IPCA, più marcato rispetto a quello del NIC, è spiegato dalla fine dei saldi stagionali prolungatisi anche a marzo e di cui il NIC non tiene conto; i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano infatti un aumento congiunturale pari a +5,1% e una flessione meno marcata su base annua (da -0,7% a -0,2%).

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,2% su base annua.

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