Pubblicato l’indice Istat di luglio 2021
A cura della Redazione.
L’indice Istat dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI) del mese di luglio 2021, utilizzato per la rivalutazione del canone di locazione, delle pensioni, dell’assegno di mantenimento per il coniuge ecc., prosegue la sua fase di crescita toccando quota 104,2.
La variazione congiunturale rispetto allo scorso anno aumenta ancora rispetto al mese scorso sfiorando i due punti percentuali (+1,9%).
Per calcolare l’aumento dell’affitto, le percentuali da utilizzare sono pertanto: +1,9% per la rivalutazione al 100% e +1,425% per la rivalutazione al 75%.
Cresce ancora l’inflazione dovuta principalmente, ancora una volta, agli aumenti esorbitanti dei prezzi dei beni energetici che sfiorano incrementi che ricordano quelli degli anni 70, ai tempi della crisi energetica e dell’austerità, anche se allora i motivi erano ben diversi, e forse per alcuni aspetti più giustificati della speculazione a cui assistiamo impotenti da vari anni e che si ripresenta puntualmente durante i mesi estivi (da un lato perché aumenta l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici e privati per motivi legati alle vacanze, e dall’altro perché cresce il consumo di energia elettrica, principalmente per l’utilizzo dei climatizzatori).
Come si legge nel comunicato infatti, i beni energetici in generale passano dal +14,1% di giugno al +18,6% di luglio e la componente regolamentata, vale a dire le tariffe per l’energia elettrica e il gas, registrano un’impennata della crescita da +16,9% a +34,2%.
L’inflazione acquisita per il 2021 tocca quota 1,6% contro il 1,3% di giugno.
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI | 104,2 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | +0,4 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente | +1,9 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+1,5 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
La prossima pubblicazione dell’indice Istat è prevista per il:
15 settembre 2021
Applicazioni di Calcolo
Come di consueto, abbiamo aggiornato il nuovo valore dell’indice FOI in tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano:
Titoli di Stato
Alla data di pubblicazione di questo articolo, non risultavano ancora pubblicati i rendimenti medi dei BOT e del rendistato relativi al mese precedente.
Le percentuali di rendimento per il calcolo del maggior danno sono aggiornate dopo la pubblicazione sul sito ufficiale della Banca d’Italia.
Aggiornamento del 18/08/2021.
Mentre non si registrano sostanziali variazioni per quanto riguarda i rtendimenti dei BOT, sempre saldamente negativi (-0,45%), segnialiamo un’ulteriore riduzione del rendistato che scende dallo 0,46% allo 0,35%.
Si ricorda che il rendistato è il rendimento medio lordo dei BTP quotati alla Borsa Italiana con vita residua superiore ad un anno ed è uno degli indici di riferimento utilizzati per il calcolo del maggior danno.
Nota sull’aggiornamento dell’Indice FOI
L’aggiornamento delle nostre applicazioni avviene sempre nello stesso giorno in cui l’Istat pubblica il valore dell’indice FOI sul proprio sito (il comunicato stampa avviene in mattinata).
Per comodità di consultazione pubblichiamo sempre in questa pagina e nelle nostre applicazioni la data di aggiornamento del prossimo indice Istat, in modo che possiate prendere nota del giorno relativo alla prossima diffusione.
Comunicato ISTAT
Nel mese di luglio, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’1,9% su base annua (dal +1,3% del mese precedente); la stima preliminare era +1,8%.
L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +14,1% di giugno a +18,6%) e in particolare di quelli della componente regolamentata che registrano a luglio un’impennata della crescita (da +16,9% a +34,2%), mentre i prezzi della componente non regolamentata rallentano (da +12,8% a +11,2%). Contribuiscono all’accelerazione dell’inflazione, ma in misura minore, i prezzi degli Alimentari lavorati (che invertono la tendenza da -0,4% a +0,2%), quelli degli Alimentari non lavorati (che riducono la flessione da -1,1% a -0,2%), i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (la cui crescita passa da +1,0% a +1,3%) e la minore flessione di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da -1,4% a -0,2%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispettivamente a +0,6% e a +0,4% (entrambe da +0,3% di giugno).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+11,3%), cui si aggiunge quella dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%); in calo i prezzi degli Alimentari non lavorati (-1,6%).
L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,6% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una variazione tendenziale nulla (da -0,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +1,6% a +2,0%).
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una diminuzione dell’1,0% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e un aumento dell’1,0% su base annua (da +1,3% di giugno); la stima preliminare era +0,9%. Il rallentamento dell’IPCA (diversamente dal NIC che accelera) si deve ai prezzi di Abbigliamento e calzature che su base annua registrano un’inversione di tendenza da +0,6% a -12,1% a causa del calo congiunturale (-18,2%) molto più ampio di quello di luglio 2020 (-6,4%), quando l’avvio dei saldi fu posticipato al primo agosto nella maggior parte delle regioni.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,9% su base annua.