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Pubblicato l’indice Istat di maggio 2021

A cura della Redazione.

L’indice Istat dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI) del mese di maggio 2021, utilizzato per le rivalutazioni monetarie di legge, come ad esempio l’adeguamento degli affitti, la rivalutazione dell’assegno per il coniuge nelle separazioni, delle pensioni ecc., scende di un decimo di punto, tornando a quota 103,6.

Aumenta leggermente la variazione congiunturale rispetto allo scorso anno (+1,3%, rispetto al +1,2% del mese scorso), valore da utilizzare come riferimento per le rivalutazioni annuali di legge.

In particolare, per la rivalutazione annuale dei canoni di affitto le percentuali sono: +1,3% per le rivalutazioni al 100% e +0,975% per le rivalutazioni al 75%.

Continua, anche se in misura ridotta rispetto ai masi scorsi, l’accelerazione tendenziale dell’inflazione, ancora una volta dovuta essenzialmente ai rincari dei beni energetici, che salgono del 13,8% rispetto al +9,8% di aprile.

L’inflazione acquisita per il 2021 resta comunque invariata al 1,2%.

Tabella riepilogativa (*):

Indice generale FOI 103,6
Variazione percentuale rispetto al mese precedente -0,1
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente +1,3
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti
+0,9

(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.

La prossima pubblicazione dell’indice Istat è prevista per il:

15 luglio 2021

Applicazioni di Calcolo

Abbiamo aggiornato il nuovo valore dell’indice FOI in tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano, così come sono stati aggiornati i principali indici di riferimento relativi ai titoli di stato per il calcolo del maggior danno che mensilmente sono pubblicati dalla Banca d’Italia:

Titoli di Stato

Nessuna variazione significativa per quanto riguarda i rendimenti dei BOT (-0,45%) mentre si allarga ancora la differenza tra il loro rendimento e la perdita di potere di acquisto dovuta all’inflazione in crescita, come si vede dal grafico, inflazione che ormai si avvicina ai livelli del 2018.

Sale ancora il rendistato (0,57% rispetto allo 0,44% di aprile), ma, come spiegato anche negli articoli precedenti, rimane abbondantemente sotto la soglia dell’inflazione, lasciando intendere quindi che ormai anche i titoli di stato di media e lunga scadenza faticano a coprire l’aumento tendenziale dei prezzi.

Si ricorda che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con durata residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana ed è utilizzato come indicatore principale per il calcolo del maggior danno nelle obbligazioni pecuniarie.

Nota sull’aggiornamento dell’Indice FOI

L’aggiornamento delle nostre applicazioni avviene sempre nello stesso giorno in cui l’Istat pubblica il valore dell’indice FOI sul proprio sito (il comunicato stampa avviene di solito in mattinata).

Per comodità di consultazione pubblichiamo in questa pagina e nelle nostre applicazioni la data di aggiornamento del prossimo indice Istat, in modo che possiate prendere nota del giorno relativo alla prossima diffusione.

Comunicato ISTAT

Nel mese di maggio, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una variazione nulla su base mensile e un aumento su base annua dell’1,3% (dal +1,1% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve essenzialmente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +9,8% di aprile a +13,8% a causa dei prezzi della componente non regolamentata (che accelerano da +6,6% a +12,6%) mentre quelli della componente regolamentata continuano a registrare un forte incremento, ma stabile (+16,8% come ad aprile). Tale dinamica è solo in parte compensata dalla frenata dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona la cui crescita (+0,7% ad aprile) si azzera.

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano ulteriormente, anche se di poco, e si portano entrambe a +0,2% (da +0,3% di aprile).

La variazione congiunturale nulla dell’indice generale è dovuta a dinamiche opposte: da una parte, la crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+1,1%) e degli alimentari non lavorati (+1,0%), dall’altra, la diminuzione dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,8%).

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,2% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona amplificano la loro flessione (da -0,7% a -0,9%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +1,0% a +1,4%).

indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,1% su base mensile (la stima preliminare era di una variazione nulla) e aumenta su base annua dell’1,2% (da +1,0% del mese precedente); la stima preliminare era +1,3%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un calo dello 0,1% su base mensile e un aumento dell’1,3% su base annua.

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