Pubblicato l’indice Istat di marzo 2021
A cura della Redazione.
L’indice Istat dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI) del mese di marzo 2021, utilizzato per le rivalutazioni monetarie di legge, come ad esempio l’adeguamento del canone di locazione, la rivalutazione dell’assegno per il coniuge nelle separazioni, delle pensioni ecc., aumenta di 3 decimi di punto rispetto al mese scorso e raggiunge quota 103,3.
La variazione congiunturale su base annua è pari a +0,7%, e questa percentuale va utilizzata come riferimento per le rivalutazioni annuali.
Ad esempio, per la rivalutazione del canone di locazione avremo: +0,7% per le rivalutazioni al 100% e +0,525% per le rivalutazioni al 75%.
In base al comunicato dell’Istat, l’aumento dell’inflazione è dovuto prevalentemente all’inversione di tendenza dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da -3,6% a +1,7%) e, in misura minore, all’accelerazione di quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +2,2%).
Per la prima volta dall’inizio della pandemia si registra inoltre una lieve flessione dei prezzi dei beni alimentari (-0,1%).
L’inflazione acquisita per il 2021 sale allo 0,9% (era 0,7% il mese scorso).
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI | 103,3 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | +0,3 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente | +0,7 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+0,8 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
La prossima pubblicazione dell’indice Istat è prevista per il:
17 maggio 2021
Applicazioni di Calcolo
Come di consueto, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che utilizzano l’indice Istat FOI ed i principali indici di riferimento relativi ai titoli di stato per il calcolo del maggior danno che mensilmente sono pubblicati dalla Banca d’Italia:
Titoli di Stato
Sul fronte dei titoli di stato, i rendimenti dei BOT non registrano sostanziali variazioni, rimanendo sempre in terreno negativo con percentuali intorno allo -0,45% ma con questo ulteriore incremento dell’inflazione si accentua in peggio il divario rispetto al costo della vita che registra il minimo storico assoluto, come si può vedere dal grafico.
Sale leggermente il rendistato che passa da +0,29% a + 0,35%.
Si ricorda che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con durata residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana ed è utilizzato come indicatore principale per il calcolo del maggior danno nelle obbligazioni pecuniarie.
Nota sull’aggiornamento dell’Indice FOI
L’aggiornamento delle nostre applicazioni avviene sempre nello stesso giorno in cui l’Istat pubblica il valore dell’indice FOI sul proprio sito (il comunicato stampa avviene di solito in mattinata).
Per comodità di consultazione pubblichiamo in questa pagina e nelle nostre applicazioni la data di aggiornamento del prossimo indice Istat, in modo che possiate prendere nota del giorno relativo alla prossima diffusione.
Comunicato ISTAT
Nel mese di marzo, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua (da +0,6% di febbraio), confermando la stima preliminare.
La lieve accelerazione dell’inflazione si deve prevalentemente all’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (che passano da -3,6% a +1,7%) e, in misura minore, all’accelerazione di quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +2,2%).
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rallentano lievemente portandosi entrambe a +0,8%, da +0,9% di febbraio.
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+3,2%) e, in misura minore, dei servizi relativi ai trasporti (+1,3%).
L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +0,9% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’inversione di tendenza da +0,2% a -0,1%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano da +0,1% a +0,7%.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento su base mensile dell’1,8%, prevalentemente per effetto della fine dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui il NIC non tiene conto, e dello 0,6% su base annua (da +1,0% di febbraio), confermando la stima preliminare.
Il protrarsi, in alcuni casi, dei saldi stagionali (ascrivibile anche a loro avvio temporalmente diversificato tra le regioni) fa sì che l’aumento, rispetto a febbraio, dei prezzi di abbigliamento e calzature, sia pari a +23,0%, molto meno ampio, quindi, di quello di marzo 2020, quando fu pari a +31,1%. La differenza tra le due variazioni si riflette sulla dinamica su base annua sia dei prezzi di abbigliamento e calzature, che invertono la tendenza da +5,8% a -0,7%, sia dell’indice generale, la cui crescita, per l’IPCA, rallenta e risulta più contenuta del NIC.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dello 0,7% su base annua.