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Pubblicato l’indice Istat di ottobre 2020

A cura della Redazione.

L’indice Istat dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI) relativo al mese di ottobre 2020, utilizzato per le rivalutazioni monetarie di legge, come ad esempio l’adeguamento del canone di locazione e la rivalutazione dell’assegno di mantenimento per il coniuge, aumenta leggermente rispetto al mese precedente, raggiungendo quota 102.

Le variazioni congiunturali rispetto ai periodi precedenti restano saldamente in terreno negativo, anche se risultano lievemente più alte in virtù dell’aumento mensile dell’indice: -0,4% rispetto allo stesso mese dello scorso anno e di due anni fa.

Anche per questo mese (il sesto consecutivo) l’inflazione si conferma negativa ma, a fronte della riduzione dei prezzi dei carburanti, bisogna registrare un ulteriore aumento dei beni alimentari non lavorati (+3,5%), come già successo durante il primo lock-down.

Tabella riepilogativa (*):

Indice generale FOI 102,0
Variazione percentuale rispetto al mese precedente +0,1
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente -0,4
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti
-0,4

(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.

La prossima pubblicazione dell’indice Istat è prevista per il:

15 dicembre 2020

Applicazioni di Calcolo

Come di consueto, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che utilizzano l’indice Istat FOI e inserito i nuovi valori medi dei principali titoli di stato per il calcolo del maggior danno:

Titoli di Stato

Crollano i rendimenti dei BOT che sfiorano ormai il mezzo punto percentuale in negativo (-0,46% la media di tutti i BOT) così come il rendistato che raggiunge i minimi di sempre (+0,41%).

Ricordiamo che il rendistato, utilizzato come parametro principale per il calcolo del maggior danno nelle obbligazioni pecuniarie, è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con durata residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana.

Nota sull’aggiornamento dell’Indice FOI

L’aggiornamento delle nostre applicazioni avviene lo stesso giorno in cui l’Istat pubblica il valore dell’indice FOI (Famiglie di Operai e Impiegati) sul sito ufficiale.

Per comodità pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat, in modo che possiate prendere nota del giorno relativo alla prossima pubblicazione.

Oltre che in questo articolo, la data di pubblicazione del prossimo indice istat è riportata anche in molte delle nostre applicazioni di calcolo.

Comunicato ISTAT

Nel mese di ottobre, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,2% su base mensile e una diminuzione dello 0,3% su base annua (da -0,6% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Pur registrando per il sesto mese consecutivo un’inflazione negativa a causa per lo più dei prezzi dei Beni energetici (-8,7%), la flessione dell’indice NIC si dimezza rispetto al mese precedente. Ciò è dovuto all’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +2,7% di settembre a +3,5%) e alla minore ampiezza della diminuzione, che rimane sostenuta, di quelli degli Energetici regolamentati (da -13,6% a -7,2%). Accentuano invece la flessione i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -8,2% a -9,4%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe, rispettivamente da +0,1% a +0,2% e da +0,2% a +0,5%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei Beni energetici regolamentati (+10,5%) e, in misura minore, di quelli dei Beni alimentari non lavorati (+0,9%), solo in parte compensata dal calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,1%).

L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a -0,2% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano (da +1,0% a +1,2%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto continuano a registrare una flessione (da -0,1% a -0,2%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,6% su base mensile e diminuisce dello 0,6% su base annua (da -1,0% di settembre), confermando la stima preliminare.

L’aumento congiunturale dell’IPCA, più marcato rispetto a quello del NIC, è spiegato dalla fine dei saldi estivi prolungatisi anche a settembre e di cui il NIC non tiene conto. I prezzi di Abbigliamento e calzature registrano infatti un aumento congiunturale pari a +4,9% e una marcata attenuazione della flessione su base annua (da -2,3% a -0,2%). La flessione tendenziale dell’IPCA invece, pur attenuandosi, rimane più marcata di quella del NIC poiché da un lato in alcuni casi i saldi continuano anche a ottobre e dall’altro i prezzi dei Servizi sanitari e delle spese per la salute si confermano in calo per l’IPCA (da -0,8% a -0,7%), mentre crescono per il NIC (+0,7% come a settembre), a causa dell’abolizione del super ticket intervenuta già a settembre e di cui il NIC non tiene conto.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e una diminuzione dello 0,4% su base annua.

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